Un numero inquantificabile di fotografie e video di bambini abusati.
«Malgrado tutto, la pedopornografia online continua a prosperare indisturbata, con profitti in costante
crescita – ha detto Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter che ha presentato il suo Report 2019 – è il bilancio di un crimine mondiale che impone di essere letto, approfondito, assimilato, compreso e non sottaciuto. Porre molta attenzione all’introduzione che chiarisce che i dati riportati non sono meri risultati statistici, numeri freddi e senza vita».
Le cifre che il Report Meter edizione 2019 fotografa a consuntivo dell’attività annuale sono come sempre
impietose: quasi 7 milioni e 100 mila le foto segnalate l’anno scorso, il doppio rispetto al 2018 quando il contatore si fermò a 3 milioni e 50 mila circa.
Quasi stabili i video (992.300 contro 1.123.793 del 2018),
in aumento le chat (323 contro 234) e solo nel 2019 abbiamo individuato 325 cartelle complesse.
Stando ai dati riportati dal Report, le vittime “più richieste” rientrano nella fascia di età tra gli 8 e i 12 anni.
«C’è comunque un problema – aggiunge Don Fortunato Di Noto – è praticamente impossibile rilevare l’età anagrafica di alcuni bambini perché non sono ben visibili nel materiale che viene segnalato da Meter alle Polizie e ai server provider».
«Dal 2008 in poi i social network – dichiara Don Fortunato Di Noto – hanno aumentato lo spazio a disposizione dei pedofili e contiamo 8.397 segnalazioni in 17 anni per comunità e social. Per non parlare del Deep web, la faccia oscura della Rete una giungla nella quale si opera e agisce nella massima libertà al punto che anche per le forze dell’Ordine non è facile intervenire e operare. E spesso si opera tardivamente rispetto alle tecnologie usate dai cyber-pedofili».
La classifica dei domini, (le “targhe” dei siti internet), vede al primo posto l’isola di Haiti nel mar dei Caraibi in America
Centrale, con 640 link; al secondo posto la Francia, con 484 link; al terzo posto, con 410 link, la Nuova Zelanda.
«Dai dati che abbiamo visto emergono quindi delle
specifiche responsabilità che i colossi del web non possono eludere appellandosi ad una estrema tutela della privacy. I registri di dominio e gli amministratori dei siti, delle piattaforme di file sharing hanno la responsabilità di vigilare sul materiale che circola sotto il loro nome – prosegue Don Di Noto – Ma ciò che più preoccupa e crea rammarico è la mancata azione degli organi preposti, nonostante le segnalazioni: non si assiste ad un’opera efficace di repressione».
Accanto al web, Meter si occupa di accogliere
chi soffre «nel 2019 le richieste telefoniche sono 385 per varie finalità – aggiunge ancora Don Di Noto – Prevalenti Sicilia con 215 chiamate, Lazio con 78, Lombardia e Campania con 19 chiamate».
«La pedopornografia – conclude Don Fortunato di Noto – è una piaga enorme e sanguinante di innocenti vite, ma non possiamo accettare che non si faccia nulla o poco per arginare questo fenomeno».